venerdì 15 luglio 2011

Luttazzi copia! ovvero Tecnica della diffamazione moderna per ingenui veri e tonti finti (15 ottobre 2010)

Quanto accanimento, ragazzi. Finirò per montarmi la testa.


Intrighi degli stati combattenti  
2005: racconto su questo blog il gioco che da anni conduco con i fan, una Caccia al tesoro, di cui illustro modi (citazioni da trovare) e motivazioni (stratagemma di Lenny Bruce).
2007: il Foglio commenta la chiusura di Decameron accennando alla Caccia al tesoro: il fatto è noto.
2008: compare su internet un blog anonimo che mi diffama elencando “i plagi di Luttazzi”;
si tratta in realtà di citazioni per la Caccia al tesoro, di calchi e di riscritture con variazioni, ammonticchiati alla rinfusa come in un ossario, a impressionare i bimbi: ma non sono plagi;
citazioni nascoste, calchi e riscritture con variazioni sono, infatti, tecniche legittime, che si imparano frequentando i Grandi (Chaplin, Totò, Lenny Bruce, Woody Allen, Plauto, Shakespeare, Moliere, Mozart, Rossini, Puccini, John Zorn, Picasso, Joyce, Nabokov, Beckett, Barth, Barthelme, Pynchon…).
2010: due mesi dopo il mio successo a Raiperunanotte, che è andato di traverso a molti, qualcuno fa partire la rappresaglia postando su Youtube un video diffamatorio che mostra quelli che il blog del 2008 definiva "i plagi di Luttazzi";
ovviamente il videobiscotto non spiega che sul web la notizia delle battute citate l’ho data io, senza nascondere nulla, 5 anni prima (per questo è diffamazione: se infatti titoli “Caccia al tesoro, ecco quelle che ho trovato”, la diffamazione sparisce; ma con lei, la notizia);
invece, con questa menzogna fondamentale, la notizia diventa appetitosa (“Luttazzi è disonesto!”);
il video anonimo e diffamatorio viene inviato a centinaia di siti web, giornalistici e non;
il Giornale.it si butta a pesce sulla notizia appetitosa, subito imitato da altri quotidiani che abboccano, fra cui l’Unità e Repubblica: la notizia è troppo ghiotta per non farne una scorpacciata;
paraculissimi, titolano “La Rete smaschera Luttazzi”: è una balla, la Rete non ha smascherato una cippa, ma in tal modo possono sparare la notizia appetitosa al riparo da querele;
non verificano la notizia appetitosa prima di stamparla, nè indagano sugli anonimi diffamatori;
pretendono invece da me spiegazioni che sono sul mio blog da 5 anni: una disinformazione che mi colloca automaticamente, senza alcun motivo, sulla scena del crimine.
Insomma, un bocconcino alla Kafka; ed esistono destini più infausti. Ribadisco lo stesso come stanno le cose in due interviste esclusive: al Fatto quotidiano (giugno) e a GQ (luglio);
scrivo anche un post sul blog (“Luttazzi smascherato!”) che non lasci dubbi agli insaziabili;
ma sono tempi che tutto serve, anche una vigliaccata, a far salsiccia;
e così, a fine agosto, arrivano i rinforzi: un equipaggio delle Iene mi fa una imboscata in spiaggia;
domande coatte, cui ho già risposto ampiamente;
ovvero ci fanno;
senonchè nessuno può impormi trattamenti, tanto meno degli scagnozzi di Berlusconi;
non sono la loro scimmietta, non ho commercio con chi disprezzo, e la deportazione mediatica è violenza privata: non mi resta che andarmene, lasciandoli alle loro vite insensate.
A settembre, ItaliaUno vince la propria riluttanza e manda in onda il basso servizio delle Iene sulla notizia appetitosa: l’attribuiscono anche qui alla anonima Rete per evitare querele, e pretendono le solite spiegazioni che ho già dato, così da farmi passare in automatico dalla parte del torto eccetera eccetera.
E’ un mestiere anche questo.
Un tempo si cospirava sempre contro un ordine costituito. Oggi, cospirare a suo favore è un nuovo mestiere in grande sviluppo. (G.Debord)
L'abuso dell’anonimato in Rete per confezionare attacchi diffamatori (che poi giornali, tv e web amplificheranno con colpevole disinvoltura senza assumersene la responsabilità) mette ogni preda ambita alla mercé dei mascalzoni di turno.
ciao Daniele, ehm non vorrei disturbare di 'sti tempi,
ma volevo accennarti un fatterello: ho un piccolo blog, aperto dall'estate scorsa, di solito ha poche visite (uso Analytics e ahimé lo so); infatti l'unica a commentare, pur rimanendo per lo + anonima, era sempre stata la mia fidanzata, finché ho scritto un post sul maccartismo contro di te: ebbene, per la prima volta ho ricevuto ben 2 commenti - e critici- di nuovi visitatori...e mi è parso un po' strano. Da Analytics ho visto che le visite (6) son state generate da "google" con la parola "luttazzi" e "daniele luttazzi", con - penso - l'opzione di ricerca sui risultati + recenti. Mi sono perciò immaginato un commando che va in giro a cercare le voci discordi a questa ennesima campagna d'odio, un po' alla Pio Pompa o Tavaroli. Be' volevo fartelo sapere. Resisti! 18 Giu 2010 - 01:45
Se la stampa frettolosa fa i lettori ciechi, il web, il suo anonimato, e la sua memoria indelebile favoriscono i linciaggi: dei perfetti ignoranti, incappucciati e mossi da veleno, non fanno in tempo a sputacchiare le loro sentenze dilettantesche che subito si avanzano sgomitando i volontari per le ronde. C’è chi parte con torce, chi con forconi, mentre un altro ha già ingrassato il cappio; e come si irritano, tutti, se non ti spicci a metterci dentro il collo. Comunque vada, la macchia rimarrà sul web per sempre, con buona pace di Beccaria. Youtube come lettera scarlatta.
Fiesta!
Il mio metodo satirico consiste nell’espormi in prima persona per rendere visibili, attraverso le conseguenze, i meccanismi del dominio che coinvolgono tutti. L’agenda di ogni artista, d'altronde, è sempre un’architettura di intenzioni. La sottigliezza intellettuale impone perciò al critico l’esplorazione dei dettagli, delle peculiarità, delle circostanze causali: un esperto non si fa largo con la ruspa, né si inoltra bendato sui cornicioni. L'impossibilità di spiegazioni superficiali alle questioni artistiche diventa però un vantaggio per chi diffama. Se tu dai risposte tecniche sull’arte della satira, replicano che non ci capiscono nulla (incolpano te della propria ignoranza: una fallacia da selvaggi, ma suggestiona i fessi) oppure sublimano lo scorno nello sfottò (che è l’asilo dei balilla); se invece dai risposte puntuali, replicano spostando l’accusa e affastellando gli incidenti: prima, Luttazzi è volgare. (No, quella è satira, e vi dimostro che non avete i titoli per giudicare: siete così incompetenti che non vi accorgete neppure della grande satira americana che vi sbatto apposta sotto gli occhi.) Poi, ah, ma allora Luttazzi copia! (Lo faccio apposta, come ho scritto nel blog anni prima di ogni presunto scoop, e questo ennesimo attacco dimostra la necessità dello stratagemma: pensarmi inconsapevole è forse il maggior torto di tutta la baldraccata.) Poi, ecco, Luttazzi è un bugiardo, quel post è retrodatato! (No, quello è un aggiornamento. In archivio c’è l’originale del 2005.) Infine, eh, però Luttazzi ha rimproverato Bonolis di avergli copiato una battuta che in realtà era di Carlin. (No, di aver bruciato in tv la mia versione di quella battuta, di cui puoi apprezzare la funzione solo se non la espianti dal monologo.)
Come sgomberi le macerie, la fiesta ricomincia:
On. Enzo Carra (UDC): “Ricordo che dalla televisione alcuni comici sono stati liquidati, messi da parte, per aver bestemmiato. Uno è stato Luttazzi.” (RaiNews, 1 ottobre 2010)
Maria Grazia Cucinotta: “A Raiperunanotte c’era un signore, Luttazzi, che ha preso in giro tutti gli italiani, una cosa molto offensiva e volgarissima di cui mi vergogno.“ (RadioDue, 5 ottobre 2010)
Tutto questo accanimento per un monologo di 15 minuti sull’inculata! Che Paese di repressi. La prossima volta mi toccherà fare di peggio.
p.s.: la generosità con cui molti di voi, durante l’ordalia, hanno cercato di spiegare ai densi l’ambaradan, vi fa onore e mi commuove, ma non è saggia: chi ha la testa dura è perso in partenza, non lo convincerete mai. Il metodo dei diffamatori è non sentir ragioni e ripetere la litania: sanno che chi è sveglio, dopo un po' comunque si stufa e gli lascia campo libero, mentre la calunnia è un gas che intontisce gli sprovveduti con facilità. L'alternativa sarebbe postare su tutto il web senza interloquire, a batteria, come fanno loro; ma i birboni sono un contingente nevrotico che ha un obbiettivo e del tempo da perdere; voi, per fortuna, avete di meglio da fare che replicare ai trolls. Usare l'URL di questo post come risposta rapida sarà un fanculo più che sufficiente. A bientot!


Di Daniele Luttazzi il 15 Ott 2010 - 10:37 Blog di Daniele Luttazzi



*  A proposito del mio monologo a Raiperunanotte:
1) Per tutta la durata del monologo, lo share di Raiperunanotte raddoppiò, balzando dall'8 al 16%; ma nessun giornale ne riferì, censurando il dato clamoroso. In aggiunta, Repubblica definì il monologo una "caduta di gusto", l'Unità mi diede del maschilista (Lidia Ravera) e arrivò a sostenere che ero come Berlusconi (Francesco Piccolo), mentre il Corriere della sera titolò: "Luttazzi incita all'odio".
2) Il primo video di quel monologo totalizzò su Youtube più di 800mila download. In un giorno solo! Non solo nessun giornale diede la notizia, ma dopo tre giorni quel video venne rimosso con un pretesto. 
3) Nessun giornale, del resto, aveva riportato la frase con cui Santoro, in conferenza stampa, annunciò la serata: "Il clou sarà l'intervento di Daniele Luttazzi". Accortosi della censura selettiva, Santoro ripetè la frase nella seconda conferenza stampa una settimana dopo. Anche questa volta i giornali la ignorarono. Damnatio memoriae.
E un altro pezzo del puzzle è sistemato.